Pubblicato:19/05/2025
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Il cauto ottimismo delle aziende ceche è ostacolato dall’incertezza geopolitica

Le aziende ceche hanno iniziato il 2025 con cauto ottimismo. Un terzo delle aziende prevedeva un miglioramento della situazione generale, la metà una stagnazione e solo il 17% un peggioramento.

Tuttavia, permangono ostacoli importanti: l'incertezza della domanda estera, la minaccia di un'ulteriore escalation delle guerre commerciali e i rischi geopolitici continuano a frenare la propensione agli investimenti. Lo dimostra l'ultimo sondaggio della Camera di Commercio della Repubblica Ceca, a cui hanno partecipato 548 aziende di varie dimensioni operanti in tutti i settori economici e nelle regioni della Repubblica Ceca.

Le aspettative più favorevoli riguardo allo sviluppo complessivo riguardano soprattutto i servizi, sia personali sia alle imprese. L'ottimismo si sta diffondendo anche nel settore edile, dove l'allentamento delle condizioni di credito ha sostenuto la domanda. Il clima era piú sfavorevole nel settore manifatturiero: più di un quinto delle aziende prevedeva un calo. Temeva la debolezza della domanda da parte della Germania e l'interferenza delle controversie doganali internazionali. Tuttavia, questa è stata ancora la risposta meno frequente in questo settore, poiché al contrario il 27,8% delle aziende si aspettava un miglioramento e, analogamente ad altri settori, circa la metà (50,6%) prevedeva la stagnazione.

I piani di investimento sono rimasti scaglionati. Il 27,6% delle aziende prevedeva di aumentare gli investimenti nella prima metà di quest'anno, il 21,7% di ridurli e la metà voleva mantenere invariato il volume degli investimenti. Il 29,1% delle aziende del settore manifatturiero prevedeva un aumento degli investimenti in questo settore, ma allo stesso tempo più di un quarto di esse prevedeva una diminuzione.

Per quanto riguarda l'occupazione, le aziende si aspettano stabilità, con il 69,5% che non vuole modificare il numero dei dipendenti. Le oscillazioni più consistenti sono state previste nelle grandi aziende, dove un terzo prevedeva licenziamenti. Considerando il settore, ne consegue che le aziende che operano nel settore edile (20,8%) e nei servizi alle imprese (18,3%) hanno intenzione di assumere nuovi dipendenti. Al contrario, nel settore manifatturiero, più di un quarto delle aziende (27,8%) prevede di ridurre il numero di dipendenti.

Va notato che l'indagine è stata condotta prima della guerra tariffaria avviata dall'amministrazione del presidente Trump. Le aspettative degli intervistati riguardo allo sviluppo complessivo delle loro aziende non riflettono ancora i possibili rischi associati all'introduzione dei dazi statunitensi. Sebbene i risultati indichino un graduale miglioramento della situazione economica delle aziende nazionali e, allo stesso tempo, le aziende si aspettino che questa tendenza continui, è probabile che le guerre tariffarie interromperanno questo sviluppo e che l'andamento effettivo nella prima metà di quest'anno sarà più debole rispetto alle aspettative delle aziende. I fattori chiave saranno la politica commerciale dell'UE, l'andamento della domanda in Germania e il livello di tensione nell'economia mondiale.

A cura del team di CzechTrade Italia
Fonte: Business info